Il secondo episodio della nostra rubrica “Sul Tumore Facciamo Rumore” è dedicato ai tumori del cavo orale.
Il Dottor Stefano Bondi, Direttore di Otorinolaringoiatria dell’Istituto di Candiolo – IRCCS ci spiega come si manifestino, quali siano i fattori di rischio, quali i campanelli d’allarme da non sottovalutare, gli esami più indicati e molto altro.
Guarda il video per fare rumore insieme a noi!
Leggi qui l’intervista completa:
Cristina Chiabotto:Ciao a tutti, benvenuti alla nostra rubrica “Sul Tumore Facciamo Rumore” qui dall’Istituto di Candiolo – IRCCS. In questa seconda puntata parleremo del tumore al cavo orale. Lo faremo con il Dottor Stefano Bondi, Direttore di Otorinolaringoiatria dell’Istituto di Candiolo – IRCCS. Buongiorno Dottore, qual è l’incidenza e quali sono i fattori di rischio per il tumore del cavo orale?
Dottor Stefano Bondi: Il tumore del cavo orale, così come i tumori del distretto testa collo, sono dei tumori rari. Hanno un’incidenza che è inferiore ai sei casi ogni 100.000 abitanti. Basti pensare che i tumori del polmone hanno un’incidenza di circa 100 casi ogni 100.000 abitanti, quindi è un tumore davvero raro, venti volte più raro di quello del polmone. Colpisce prevalentemente gli uomini, diciamo con un rapporto uomo-donna di 3 a 1. Stiamo parlando per il cavo orale di circa 4 o 5000 persone all’anno in tutta Italia. I fattori di rischio principali sono l’abitudine al fumo, l’abuso di alcolici, l’azione sinergica di queste due sostanze quando sono presenti nella stessa persona, e da ultimo, ma non meno importante, la presenza di denti scheggiati, di denti taglienti, che possono determinare un traumatismo cronico sulla mucosa della lingua o della mucosa geniena, e alla lunga si può sviluppare una neoplasia. Non solo i denti, ma anche le protesi: avere delle protesi dentarie mal posizionate può indurre la stessa cosa. Chiaro, non ci vogliono giorni ma ci vogliono anni. Ma la cosa è possibile.
Cristina Chiabotto: In presenza di quali campanelli d’allarme è opportuno contattare uno specialista per escludere che si tratti di un tumore al cavo orale? E a chi rivolgersi?
Dottor Stefano Bondi: Si, i campanelli d’allarme sono essenzialmente: la presenza di tumefazioni a livello della bocca o di ulcere, tagli all’interno sulla lingua o sulla mucosa della guancia, la presenza di una massa nel collo, una adenopatia, un linfonodo malato, il dolore all’orecchio quando l’orecchio è sano: questi sono tutti sintomi che portano il paziente dal medico di medicina generale o di solito dall’otorino. Succede molto frequentemente che i pazienti decidono spontaneamente di andare dal dentista, e quando fanno visite a livello del cavo orale, lo stesso dentista individua queste malattie e invita i pazienti a fare una visita dall’otorino.
Cristina Chiabotto: Dottor Bondi, come si arriva alla diagnosi di tumore del cavo orale?
Dottor Stefano Bondi: La diagnosi è basata essenzialmente sulla visita che noi otorini facciamo mettendoci una luce frontale sulla testa. Questa luce ci permette di osservare bene l’interno del cavo orale e guardare anche quegli angoli nascosti che magari il paziente non riesce a vedersi guardandosi allo specchio. Dopo di che si fanno degli esami radiologici, tipo una tac o una risonanza del collo con mezzo di contrasto e da ultimo la biopsia. La biopsia è un esame che si fa in ambulatorio, è poco invasivo per il paziente, però ci fa capire a cosa siamo di fronte, a che tipo di tumore. E devo dire che nel 90-95% dei casi si tratti di carcinomi squamo-cellulari, cioè di tumori che originano della mucosa di rivestimento delle alte vie aeree.
Cristina Chiabotto: La chirurgia è la prima arma contro questi tumori: quali tecniche di ricostruzione sono oggi disponibili?
Dottor Stefano Bondi: Nel distretto testa collo sono inclusi tanti “sotto-siti”: abbiamo ad esempio la laringe, la tiroide, il naso, il cavo orale. Ognuno di questi ha una sua linea di trattamento principale. Per quanto riguarda il cavo orale, la prima linea è proprio la chirurgia. Per piccoli tumori si effettuano degli interventi chirurgici, ad esempio con il laser passando dalla bocca, e si può associare a questo tipo di intervento la ricerca del linfonodo sentinella. Quando invece abbiamo tumori più grandi dobbiamo fare interventi più demolitivi, e quindi oltre a rimuovere tutti i linfonodi del collo, dobbiamo rimuovere anche la parte malata dell’organo, cioè della lingua. In questi casi però, è necessario anche predisporre un tempo ricostruttivo durante l’intervento, cioè effettuare dei veri e propri trapianti di tessuto preso da altre parti del corpo, tipo dell’avambraccio piuttosto che dalla coscia, per ricostruire l’organo, ad esempio per ricostruire la parte di lingua che è stata tolta. Questo è molto importante perché questi tumori colpiscono una parte fondamentale del nostro corpo. Noi attraverso la bocca mangiamo, parliamo attraverso la mimica facciale, ci esprimiamo, e quindi ogni intervento in questa sede è percepito come ad alto impatto per il paziente, quindi dobbiamo fare il massimo per poter ricostruire l’organo. Chiaramente la chirurgia in questi tipi di tumori così grandi non è sufficiente. Servono dei trattamenti complementari, come ad esempio la radio e la chemioterapia, che vengono però effettuati entro due mesi dal termine dell’intervento.
Cristina Chiabotto: Ultima domanda Dottore: quali sono le probabilità di guarigione?
Dottor Stefano Bondi: Le probabilità di guarigione dipendono dallo stadio della malattia. Se siamo di fronte a dei tumori allo stadio iniziale, quindi piccoli tumori, la probabilità a cinque anni è superiore all’80/90%. Viceversa, se sono dei tumori grandi che hanno già dato delle metastasi nel collo latero-cervicali, la prognosi a cinque anni si dimezza. Se poi la malattia ha dato anche delle metastasi a distanza a livello di fegato o polmone, chiaramente non è superiore al 20% a 5 anni. Questo significa che è importante individuare questi tumori quando sono in uno stadio iniziale, cioè fare una diagnosi precoce. Questo permette al paziente di avere un trattamento ottimale, poco invasivo e avere anche una prognosi decisamente migliore.