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Sesta Puntata – La ricerca all’Istituto di Candiolo – IRCCS

“Sul Tumore Facciamo Rumore”: abbiamo dedicato il sesto episodio della nostra rubrica ad un approfondimento sulle attività di ricerca dell’Istituto di Candiolo – IRCCS.

Candiolo è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Significa che a pochi passi dai medici che curano i pazienti ci sono i ricercatori nei loro laboratori. Questo significa che tra ricerca e cura c’è uno scambio prezioso ogni giorno, un valore aggiunto enorme per chi a Candiolo deve curare un tumore.

Ci racconta tutto la Dottoressa Sabrina Arena, Direttrice del Laboratorio di Genetica Traslazionale dell’Istituto di Candiolo – IRCCS.

Scopri tutte le risposte a queste importanti domande guardando l’approfondimento e continua a seguirci, a informarti e a sostenere la ricerca sul cancro.

Leggi qui l’intervista completa:

Cristina Chiabotto: Oggi sono qui all’Istituto di Candiolo – IRCCS con la dottoressa Sabrina Arena, Direttore del Laboratorio di Genetica Traslazionale del Cancro dell’Istituto. Oggi scopriremo qualcosa di più sulla ricerca. Candiolo non è solo cura e pazienti, giusto dottoressa?

Dr.ssa Sabrina Arena: Esattamente. L’Istituto di Candiolo – IRCCS non è soltanto un Istituto per il ricovero la cura del paziente ma anche quella S finale, che vuol dire che è un Istituto a carattere scientifico in quanto si svolge ricerca scientifica che è riconosciuta dal Ministero della Salute.

Cristina Chiabotto: Quindi quelle attività di ricerca si svolgono qui a Candiolo?

Dr.ssa Sabrina Arena: Si svolgono attività di ricerca a diversi livelli. Vi è la ricerca fondamentale o di base che, come dice il nome, è la ricerca che serve a identificare i meccanismi che stanno alla base dell’insorgenza dei tumori. La ricerca traslazionale, che tra l’altro è quella che seguo personalmente, che attraverso l’utilizzo di modelli preclinici quali anche gli avatar dei pazienti, ci permette di identificare dei biomarcatori o delle terapie migliori per il trattamento dei nostri pazienti. E infine la ricerca clinica, che è quella che si basa su studi clinici, osservazionali o interventistici per capire anche di nuovo meglio l’efficacia delle nuove terapie che possono essere utilizzate nei pazienti.

Cristina Chiabotto: Dottoressa cosa sono gli avatar dei pazienti e come si ottengono?

Dr.ssa Sabrina Arena: Gli avatar dei pazienti sono organoidi, ovvero sono dei veri e propri organi in miniatura che vengono derivati da pezzi chirurgici o bioptici derivati dal paziente stesso e questi vengono processati direttamente in laboratorio attraverso procedure piuttosto, devo dire, complesse, anche costose, e ci permettono di avere questi mini tumori in vitro che ci permetteranno quindi di testare, per esempio, le nuove terapie senza andare subito sul paziente, ma testando appunto sul suo avatar ed eventualmente poi trasferirlo al paziente stesso.

Cristina Chiabotto: Quali sono ci domandano le applicazioni per questi avatar e quali impatto possono avere sulla terapia dei pazienti?

Dr.ssa Sabrina Arena: Le applicazioni sono molteplici. Possiamo per esempio caratterizzarli dal punto di vista molecolare, quindi capire qual è il loro profilo genetico metabolico. Possiamo, come dicevo prima, anche testare nuove terapie e associare la risposta a determinate terapie, a specifici profili genetici e molecolari. Il tutto ovviamente poi può essere catturato, diciamo in un'investigazione più estesa ed essere traslato trasferito e da qui il nome di ricerca traslazionale direttamente al paziente.

Cristina Chiabotto: Infine volevo chiederle per quali tipi di tumore è attualmente attivo questo programma di ricerca a Candiolo?

Dr.ssa Sabrina Arena: Qui a Candiolo sono in corso questo tipo di attività già da diverso tempo. Storicamente abbiamo ottenuto organo già da tessuti come per esempio cancro del colon retto piuttosto che testa, collo, mammella, i cosiddetti big killers quindi i tumori più diffusi. Ma recentemente sono stati anche aperti nuovi studi che ci hanno permesso, ci stanno permettendo anzi, di generare nuovi tipi di organi da nuovi tipi di tessuti, in particolare, per esempio la prostata e l’ovaio, cercando quindi di essere utili a un più ampio numero di pazienti possibile.

Cristina Chiabotto: Grazie Dottoressa Arena. Ringraziamo la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro che ogni giorno sostiene la ricerca dell’Istituto di Candiolo – IRCCS. Noi ci ritroviamo nella prossima puntata parlando di tumori femminili e mi raccomando Sul Tumore Facciamo Rumore.