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Progetto Interonc

Nella foto: Umberto Vitolo

 

Il linfoma diffuso a grandi cellule B è una malattia molto aggressiva che colpisce in Italia circa 5000 persone l’anno, in maggior parte di età adulta. La terapia iniziale consiste in un programma combinato di chemioterapia e immunoterapia ed è efficace in circa il 65% dei pazienti che possono essere considerati guariti. È un bel successo, ma non possiamo dimenticare il 35% dei pazienti che purtroppo non risponde ai trattamenti standard o sviluppa successivamente recidive. È su questi pazienti “difficili”, che dobbiamo concentrare i nostri sforzi di ricerca per dare loro nuove speranze e possibilità di cura. Un gruppo di pazienti che è considerato “difficile” e su cui la terapia standard è meno efficace è quello il cui linfoma presenta una alterazione di un gene particolare che è denominato “MYC”. Proprio per questo all’IRCCS di Candiolo abbiamo sviluppato un progetto di ricerca “Classificazione Citogenetica e Molecolare dei Linfomi Diffusi a Grandi Cellule B e dei Linfomi ad Alto Grado con Coinvolgimento del Gene MYC” (Interonc). L’idea del progetto è studiare un gruppo di pazienti che hanno il linfoma a grandi cellule con questa alterazione del gene MYC. Abbiamo già dei dati in questi pazienti, ma il loro comportamento clinico è eterogeneo in alcuni la terapia funziona bene, mentre in altri fallisce, è necessario quindi acquisire ancora altri dati per capire meglio il loro comportamento clinico. In questi pazienti verranno esaminati e ricercate sul tessuto tumorale innanzi tutto il tipo di alterazione del gene MYC quale ad esempio la sua rottura e il tipo di riarrangiamento e cioè il fatto che un pezzo del gene si mescola a un altro gene e questo può determinare maggior o minore sensibilità o resistenza alla terapia, vengono inoltre studiate la presenza di alterazioni genetiche e molecolari aggiuntive a carico di alcuni cromosomi. Una particolare attenzione è rivolta allo studio di una alterazione genetica chiamata TP53 che conferisce resistenza del tumore alla chemioimmunoterapia standard. Tutto ciò è fatto tramite metodiche di citogenetica, analisi sofisticate su DNA e RNA, ricercando le mutazioni ricorrenti e più specifiche del linfoma e alcune caratteristiche anatomopatologiche. I linfomi a grandi cellule sono infatti molto eterogenei, presentando delle alterazioni di gruppi di geni e/o della loro espressione che possono essere diversi tra paziente e paziente o identificare particolari sottogruppi con una malattia più aggressiva. Una simile analisi potrebbe permetterci di capire il perché abbiamo risposte diverse alla terapia. Infatti, tutti i dati ottenuti citogenetici, molecolari, anatomopatologici verranno analizzati confrontandoli con le caratteristiche clinica della malattia e la risposta alla terapia. Il progetto coinvolge anche gli altri centri oncoematologici della rete oncologica del Piemonte che hanno inviato o invieranno in questi mesi campioni del tessuto tumorale dei loro pazienti. Per portare avanti questo progetto è necessario un team di diverse figure professionali come patologi, citogenetisti, biologi molecolari ed oncoematologi che collaborano alla sua realizzazione. L’ipotesi, pertanto, è che alla diversità clinica dei pazienti affetti da questo tipo di linfoma sottenda una eterogeneità genetico/molecolare, meritevole di essere indagata. L’individuazione di caratteristiche biologiche salienti e di alterazioni molecolari caratterizzanti sottogruppi di pazienti a diversa prognosi può permettere di scegliere strategie terapeutiche più mirate.

 

Durata progetto: 2 anni (2021-2023)

Investimento: 825.656,75 €

Team di Ricerca: Umberto Vitolo, Laura Casorzo, Mara Panero, Alberto Pisacane, Alberto Bragoni, Enrico Berrino, Delia Rota Scalabrini, Mirko Frascione, Stefano Poletto

 

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