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29/11/2023

Il tumore del polmone

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Quanto è frequente questa patologia e chi è più a rischio?

Cristina Chiabotto: Oggi parliamo del tumore al polmone insieme alla professoressa Caterina Marchiò, Anatomopatologa dell’Istituto di Candiolo – IRCCS. I nostri utenti e follower hanno scritto e hanno posto alcune domande. Iniziamo con la prima. Quanto è frequente questa patologia e chi è più a rischio?

Prof.ssa Caterina Marchiò: Per dare un’idea possiamo dire che i pazienti che sono più colpiti sono nella fascia di età tra i 60 e i 75 anni. Il tumore del polmone lo riconosciamo come il terzo tumore più frequente nella popolazione generale. Però c’è anche una differenza a seconda del sesso, perché è più frequente nei soggetti di sesso maschile. All’interno dei soggetti di sesso maschile è il secondo tumore più frequente dopo il tumore della prostata, mentre nei tumori del sesso femminile si colloca al terzo posto dopo il tumore della mammella e tumore del colon.

Quindi, diciamo che abbiamo una prevalenza nei soggetti di sesso maschile di un’età diciamo un po più avanzata. E poi dobbiamo parlare del fatto che è sicuramente frequente nei soggetti che sono esposti al fumo di sigaretta. Insomma, è abbastanza noto che il tumore del polmone sia strettamente associato all’azione cancerogena del fumo di sigaretta e quindi i forti fumatori sono i soggetti in realtà, un po’ il target del carcinoma del polmone.

Questo forse è l’ambito dove possiamo fare prevenzione. In effetti possiamo sottolineare il fatto che deve essere posta molta attenzione sul sensibilizzare al non fumare o a smettere di fumare, perché se smettiamo di fumare diminuiamo il nostro rischio di sviluppare un tumore del polmone. La stretta associazione è basata sul numero di sigarette che fumiamo anche per quanto tempo fumiamo se smettiamo di fumare e cerchiamo negli anni successivi di acquisire di nuovo un rischio simile alla popolazione non fumatrice.

È possibile che insorga un tumore del polmone ai non fumatori?

Cristina Chiabotto: Mi raccomando non fumate. Seconda domanda. Ci scrive Sara: È possibile che insorga un tumore del polmone ai non fumatori?

Prof.ssa Caterina Marchiò: Sì, allora, sebbene appunto l’80/90% di tumore del polmone siano fumo correlati, esiste un 20/10% che in effetti si diagnostica nei soggetti che non sono mai stati fumatori. In questo ambito abbiamo riconosciuto altri fattori di rischio, che poi sono fattori ambientali come l’esposizione all’asbesto, l’esposizione alle polveri sottili e lo stesso inquinamento atmosferico.

Cosa vuol dire fare diagnosi di carcinoma del polmone? Come si fa la diagnosi?

Cristina Chiabotto: Cosa vuol dire fare diagnosi di carcinoma del polmone e come si fa la diagnosi?

Prof.ssa Caterina Marchiò: Allora è un ambito che si associa strettamente alla mia specialità. Io sono anatomopatologo, come detto, quindi mi occupo di fare la diagnosi. Nell’ambito del tumore del polmone, dobbiamo sempre arrivare ad avere un pezzettino di tessuto che serve a noi anatomo patologi per poter guardare le cellule e fare la diagnosi definitiva.

Però diciamo che è un lavoro di team, soprattutto coi radiologi, perché dobbiamo andare a studiare esattamente, soprattutto con l’aiuto della TAC, la morfologia di questi polmoni, capire dove sono localizzate le lesioni, se c’è una sola lesione, se sono presenti più lesioni. E poi il radiologo decide qual è l’approccio migliore per poter arrivare alla lesione.

A quel punto quando viene prelevato il tessuto viene passato al laboratorio di anatomia patologica. Quindi, il paziente deve sapere che nel momento in cui fa la procedura poi ci vogliono dei giorni che l’anatomo-patologo impiega per poter studiare le cellule che compongono quel tessuto e capire se è un tumore oppure no, perché alcune lesioni che possono simulare un polmone, ad esempio lo studio radiologico, poi si rivelano essere delle lesioni infiammatorie.

Quindi noi dobbiamo capire se è un tumore o no e successivamente andare a fare un approfondimento utilizzando diverse metodiche per capire se è un tumore, quale tipo di tumore è.

Il cancro del polmone è sempre uguale?

Cristina Chiabotto: Il cancro del polmone è sempre uguale?

Prof.ssa Caterina Marchiò: No, non è non è sempre uguale. Per questo motivo lo studio richiede alcuni giorni perché noi ci troviamo di fronte a diverse forme.

Quindi, noi anatomo-patologi classifichiamo le lesioni e vi diamo dei nomi un po’ particolari come Adenocarcinoma se fa delle ghiandole, oppure Carcinoma Squamoso se fa delle lamine, quindi usiamo dei termini per sotto-classificare la parola tumore del polmone e questo è importante non solo perché così diciamo scriviamo una bella parola sul referto, ma serve proprio per i pazienti perché l’oncologo sa che a seconda del nome che io do a questa questo tumore, pur essendo sempre un tumore, si possono avere delle opzioni terapeutiche differenti.

Quindi è molto importante avvalersi di un anatomopatologo che abbia esperienza in questo ambito e che sappia settorializzare le diverse lesioni.

Quali sono le opzioni terapeutiche disponibili?

Cristina Chiabotto: Quali opzioni terapeutiche abbiamo?

Prof.ssa Caterina Marchiò: Dipende dallo stadio del paziente: quindi, quando noi facciamo diagnosi di tumore del polmone sempre assieme ai radiologi andiamo a studiarlo e capire esattamente quanto è diffuso e se è una malattia localizzata quindi è un tumore magari piccolino, localizzato solo in sede locale, a livello magari di un solo luogo, diciamo che il paziente è orientabile verso la chirurgia quindi si può fare un’exerasi chirurgica del tumore e poi valutare all’esame definitivo esattamente come appare e quanto è diffuso a livello locale e poi si decide che terapia approcciare dopo.

Se invece, purtroppo, abbiamo un tumore già in fase avanzata, quindi dove ci sono già state delle metastasi, dobbiamo approcciare con una terapia medica e proprio la categorizzazione di cui ti parlavo prima serve per capire che farmaco utilizzare, perché nell’ambito tumore del polmone esistono dei farmaci cosiddetti intelligenti, a bersaglio molecolare noi li chiamiamo.

Quindi, esistono delle alterazioni geniche: se sono presenti in quelle cellule possiamo utilizzare un farmaco piuttosto che un altro e questo farmaco è un farmaco molto preciso perché va a colpire solo le cellule tumorali che presentano quella alterazione genica.

Quindi, nel momento in cui diciamo “tumore del polmone”, diciamo esattamente il sottotipo, poi parte un lavoro di team tra patologi, biologi molecolari, e così via per poter capire che alterazione genetica è presente, perché se c’è questa alterazione genetica, e ce ne sono diverse, l’oncologo quando riceve il referto può scegliere tra diversi farmaci.

Chi è il medico di riferimento per un paziente con un tumore al polmone?

Cristina Chiabotto: Chi è il medico di riferimento per un paziente con un tumore al polmone?

Prof.ssa Caterina Marchiò: Diciamo che, come già introdotto prima, ci può essere il chirurgo, ci può essere l’oncologo ma anche l’anatomopatologo o il radiologo. Quindi mi sentirei di dire ai nostri utenti che in realtà l’oncologia è fatta di una squadra quindi di un gruppo di esperti, quindi, l’anatomopatologo esperto di tumore del polmone, il radiologo che ha esperienza nell’ambito della patologia toracica, l’oncologo che ha esperienza nell’ambito toracico polmonare, così il chirurgo, e ci si deve affidare a un gruppo di esperti che possa vedere a 360 gradi la situazione di quel determinato paziente e usare la strategia migliore.

Cristina Chiabotto: Grazie Professoressa. Noi ci vediamo nella prossima puntata con un approfondimento sul nuovo macchinario Tomotherapy che è entrato in funzione qui all’Istituto di Candiolo – IRCCS grazie alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e a tutti voi. E mi raccomando Sul Tumore Facciamo Rumore!