“Sul Tumore Facciamo Rumore”: abbiamo dedicato il terzo episodio della nostra rubrica al tumore del polmone.
Scopriamo insieme alla nostra madrina Cristina Chiabotto e alla Professoressa Caterina Marchiò, Anatomopatologa dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, quanto è frequente questa patologia, chi è più a rischio, cosa vuol dire fare diagnosi di carcinoma del polmone e quali opzioni terapeutiche abbiamo a disposizione per curare questa malattia.
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Leggi qui l’intervista completa:
Cristina: Ciao Caterina, Allora oggi parliamo del tumore al polmone. I nostri utenti e follower hanno scritto e hanno posto alcune domande su questa patologia. Paolo ci scrive: “quanto è frequente questa patologia e chi è più a rischio?”
Prof. Marchiò: Buongiorno a tutti. Per dare un’idea possiamo dire che i pazienti che sono più colpiti sono quelli della fascia d’età tra i 60 e i 75 anni. Il tumore del polmone lo riconosciamo come il terzo più frequente nella popolazione generale. Però c’è anche una differenza a seconda del sesso, perché è più frequente nei soggetti di sesso maschile. All’interno dei soggetti di sesso maschile è il secondo tumore più frequente dopo il tumore della prostata, mentre nei tumori del sesso femminile si colloca al terzo posto dopo il tumore della mammella e tumore del colon. Quindi diciamo che abbiamo una prevalenza nei soggetti di sesso maschile di un’età diciamo un po più avanzata. E poi dobbiamo parlare del fatto che è sicuramente frequente nei soggetti che sono esposti al fumo di sigaretta. Insomma, è abbastanza noto che il tumore del polmone sia strettamente associato all’azione cancerogena del fumo di sigaretta e quindi i forti fumatori sono i soggetti in realtà, un po’ il target del carcinoma del polmone. Questo forse è l’ambito dove possiamo fare un po di prevenzione. In effetti possiamo diciamo sottolineare il fatto che deve essere messa molta attenzione sul sensibilizzare al non fumare o a smettere di fumare, perché se smettiamo di fumare diminuiamo in realtà il nostro rischio poi di sviluppare un tumore del polmone. La stretta associazione è diciamo basata sul numero di sigarette che fumiamo anche per quanto tempo fumiamo se smettiamo di fumare cerchiamo negli anni successivi di acquisire di nuovo un rischio simile alla popolazione non fumatrice.
Cristina: Mi raccomando non fumate. Seconda domanda che ci scrive Sara: “è possibile che insorga un tumore del polmone ai non fumatori?”
Prof. Marchiò: Sì, sebbene l’80/90% di tumore del polmone siano fumo correlati, esiste un 20/10% che si diagnostica nei soggetti che non sono mai stati fumatori. In questo ambito abbiamo riconosciuto altri fattori di rischio, che poi sono fattori ambientali l’esposizione all’asbesto, l’esposizione alle polveri sottili, anche lo stesso inquinamento atmosferico.
Cristina: Federico ci chiede “che cosa vuol dire fare diagnosi di carcinoma del polmone e come si fa la diagnosi?”
Prof. Marchiò: Questo è un ambito che si associa strettamente alla mia specialità. Io sono anatomopatologo, come detto, quindi mi occupo di fare la diagnosi. Nell’ambito del tumore del polmone, dobbiamo sempre arrivare ad avere un pezzettino di tessuto che serve a noi anatomo patologi per poter guardare le cellule e fare la diagnosi definitiva. Però diciamo che è un lavoro di team, soprattutto coi radiologi, perché dobbiamo andare a studiare esattamente, soprattutto con l’aiuto della TAC, la morfologia di questi polmoni, capire dove sono localizzate le lesioni, se c’è una sola lesione, se sono presenti più lesioni. E poi il radiologo decide qual è l’approccio migliore per poter arrivare alla lesione. A quel punto quando viene prelevato il tessuto viene passato al laboratorio di anatomia patologica. Quindi il paziente deve sapere che nel momento in cui fa la procedura poi ci vogliono dei giorni che il patologo impiega per poter studiare le cellule che compongono quel tessuto e capire intanto se è un tumore oppure no, perché alcune lesioni che possono simulare un polmone, ad esempio lo studio radiologico, poi si rivelano essere delle lesioni infiammatorie. Quindi noi dobbiamo capire se è un tumore o no e poi andare a fare un approfondimento utilizzando diverse metodiche per capire se è un tumore, quale tipo di tumore.
Cristina: Carlo ci scrive: “il cancro del polmone è sempre uguale?”
Prof. Marchiò: No non è sempre uguale, ed è per questo motivo che lo studio richiede alcuni giorni perché ci troviamo di fronte a diverse forme, quindi noi anatomo-patologi classifichiamo le lesioni quindi vi diamo dei nomi un po’ particolari. Adenocarcinoma, carcinoma squamoso, sono dei termini che usiamo per sotto classificare la parola tumore del polmone e questo è importante non solo perché così facciamo un esercizio di stile, ma serve proprio per i pazienti perché l’oncologo sa che a seconda del nome che io do a questa questo tumore, pur essendo sempre un tumore, si possono avere delle opzioni terapeutiche differenti. Quindi è molto importante avvalersi di un anatomopatologo che abbia esperienza chiaramente in questo ambito che sappia settorializzare le diverse lesioni.
Cristina: Mario chiede: “quali opzioni terapeutiche esistono?”
Prof. Marchiò: Dipende dallo stadio del paziente. Quando noi facciamo diagnosi del tumore del polmone lo facciamo sempre insieme ai radiologi e andiamo a capire esattamente quanto è diffuso e se è una malattia localizzata diciamo che il paziente è orientabile verso la chirurgia, e poi si decide che terapia approcciare dopo. Se invece purtroppo, nel tumore del polmone succede abbastanza frequentemente, abbiamo un tumore già in fase avanzata, quindi dove purtroppo ci sono già state delle metastasi, dobbiamo approcciare con una terapia medica e proprio la categorizzazione di cui parlavo prima serve per capire che farmaco potrei utilizzare, perché nell’ambito tumore del polmone esistono dei farmaci cosiddetti intelligenti, a bersaglio molecolare: se sono presenti in quelle cellule possiamo utilizzare un farmaco piuttosto che un altro e questo farmaco è molto preciso perché va a colpire solo le cellule tumorali che presentano quelle alterazioni geniche.
Cristina: L’ultima domanda ce la fa Stefano: “chi è il medico di riferimento per un paziente con un tumore al polmone?”
Prof. Marchiò: Diciamo che come già introdotto prima ci può essere il chirurgo, l’oncologo, l’anatomopatologo e il radiologo. Mi sentirei di dire ai nostri utenti che in realtà l’oncologia è fatta di una squadra, di un gruppo di esperti: l’anatomopatologo è esperto di tumore del polmone, il radiologo ha esperienza nell’ambito della patologia toracica, l’oncologo chiaramente ha esperienza nell’ambito toracico polmonare, così il come chirurgo, e ci si deve affidare a un gruppo di esperti che possa vedere a 360 gradi la situazione di quel determinato paziente e usare la strategia migliore.
Cristina: Grazie professoressa. Noi ci vediamo la prossima volta con un approfondimento sul nuovo macchinario Tomotherapy che è entrato in funzione da poco all’Istituto di Candiolo – IRCCS. Grazie alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e a tutti voi. E mi raccomando sul tumore facciamo rumore.