Dona ora

02/02/2011

I tumori delle vie biliari: nuove prospettive oltre alla chirurgia

Link copiato

Le neoplasie primitive del fegato si distinguono principalmente in epatocarcinomi, molto frequenti e spesso conseguenza di epatiti croniche ed in tumori delle vie biliari, sia intraepatiche che extraepatiche (includenti i tumori della colecisti). I tumori delle vie biliari, sono relativamente rari nel mondo occidentale, ma la loro frequenza è in aumento. La chirurgia rappresenta la principale arma terapeutica e può consentire la guarigione quando la malattia ha una diffusione relativamente limitata. Fino a poco tempo fa, in caso di malattia non operabile o di malattia in recidiva dopo chirurgia non vi erano opzioni terapeutiche codificate. Recentemente è stato dimostrato che una chemioterapia a base di Gemcitabina associata a derivati del platino migliora la prognosi dei pazienti affetti da neoplasie delle vie biliari. Anche se i risultati globali sono ancora insoddisfacenti questo fatto ha rappresentato il primo passo verso l’obiettivo di modificare con trattamenti medici la storia naturale di questa malattia. Poiché l’Istituto di Candiolo rappresenta un punto di riferimento per questa malattia sono stati attivati dei programmi di ricerca per cercare nuove possibilità terapeutiche. Gli studi preclinici hanno permesso di evidenziare alcune delle alterazioni molecolari che sono alla base della progressione tumorale. Sulla base di questi dati è stato impostato un protocollo clinico randomizzato per valutare se associando alla terapia classica una terapia mirata (un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore per EGF) aumentano le probabilità di controllo della malattia. Questo protocollo, disegnato e coordinato dalla Divisione di Oncologia Medica dell’Istituto è stato attivato in queste settimane. Ad esso partecipano circa 20 fra le maggiori Istituzioni oncologiche italiane. E’ prevista una estensione anche ad alcuni importanti centri oncologici austriaci. L’ampiezza delle adesioni dovrebbe permettere in tempi abbastanza brevi di raccogliere i risultati e capire se, come tutti ci auguriamo, gli obiettivi attesi saranno raggiunti. In ogni caso, è obiettivo primario dei medici e dei ricercatori dell’Istituto di Candiolo garantire ai pazienti le migliori cure possibili in un ambiente in cui viene dedicata molta attenzione alla persona e non solo alla malattia.