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01/07/2013

PRESENTATO IL BILANCIO SOCIALE 2012: IN TRE ANNI RACCOLTI 62 MILIONI DI EURO

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Record di adesioni al 5 per mille. Continuano i lavori per la II Torre della Ricerca e della Cura. Grande risalto internazionale delle ricerche scientifiche dell’Istituto di Candiolo.

Si consolida anche in tempi difficili come questi il rapporto di fiducia fra la Fondazione e i suoi sostenitori. Emerge dai dati contenuti nel Bilancio Sociale 2012, presentato oggi dal Presidente, Allegra Agnelli, dal Consigliere Delegato, Giampiero Gabotto, e dal Direttore Scientifico di Istituto, Paolo Comoglio.

Nel triennio 2010-2012 sono stati raccolti 62 milioni di euro provenienti soprattutto dalle attività di fundraising, da lasciti ereditari e dal 5 per mille. Quest’ultimo, in particolare, registra anche nel 2011 un incremento del 13% nelle preferenze, che sono state 240 mila, portando la Fondazione al quarto posto tra le organizzazioni italiane più scelte. “Un risultato ancora più rimarchevole – ha sottolineato Allegra Agnelli – se si considera che l’ambito di sensibilizzazione alle donazioni della Fondazione è a livello regionale e non nazionale”.

LE PERSONE IN PRIMO PIANO: COMPETENZA, GENEROSITÀ E SENSIBILITÀ

Se l’Istituto di Candiolo suscita grande fiducia, ha sostenuto il Presidente, è merito soprattutto delle persone che vi lavorano con “competenza, generosità e sensibilità”. Nella veste grafica il Bilancio Sociale 2012 vuole essere “un piccolo, ma tangibile e profondo segno di riconoscenza” nei loro confronti. Infatti, per la prima volta, campeggiano come testimonial le immagini di medici, ricercatori, infermieri, tecnici e impiegati che operano nell’Istituto. Il Presidente ha poi ricordato che “l’impegno economico della Fondazione per lo sviluppo tecnologico di Candiolo è stato significativo anche nel 2012 e pari a 4,5 milioni di euro”.

Che vanno ad aggiungersi ai 45 milioni di euro investiti per la II Torre della Ricerca e della Cura, i cui lavori, iniziati nel 2012, sono in pieno svolgimento: “un ampliamento di oltre il 50% dell’Istituto – ha affermato Gabotto – che consentirà un rilevante sviluppo dei suoi servizi e delle sue attività cliniche e di ricerca. È un impegno poderoso, che comprende anche la realizzazione di nuovi parcheggi esterni e sotterranei per 350 auto e consentirà a Candiolo di continuare ad essere un punto di riferimento internazionale nella lotta al cancro e un fiore all’occhiello della sanità piemontese”.

Nel corso del 2012 negli spazi già operanti dell’Istituto sono stati realizzati importanti miglioramenti; si è avviata, ad esempio, una rivoluzione informatica e culturale dell’Istituto con l’installazione del hardware e del software del sistema che consente l’utilizzo della cartella clinica elettronica, del braccialetto elettronico, del wi-fi e con l’allestimento di nuove aree di accettazione e prenotazione. I pazienti ricoverati sono stati 4.670, 1 milione e 130 mila le prestazioni ambulatoriali, 4.668 le mammografie e 3.212 le Pet , 423 gli interventi chirurgici alla mammella, 121 i protocolli e gli studi sperimentali e innovativi attivati.

L’APPORTO DELLA RICERCA ALLA COMUNITÀ SCIENTIFICA

Per quanto riguarda l’apporto della ricerca dell’Istituto alla comunità scientifica internazionale, il Prof. Comoglio ha ricordato che nel 2012 sono state fatte 80 pubblicazioni e registrate 2.402 citazioni da parte delle riviste specializzate: “Il 2012 – ha affermato – ha segnato una pietra miliare nell’ormai ultradecennale cammino intrapreso da Candiolo verso la comprensione dei meccanismi genetici che generano il cancro e i provvedimenti terapeutici che possono essere presi per contrastarlo. Nel 2012, l’Istituto ha avviato uno studio clinico (nome in codice “Heracles”) che dimostra come la somministrazione mirata degli specifici farmaci produce risultati molto incoraggianti. Abbiamo inoltre sviluppato una tecnica rivoluzionaria, chiamata “liquid biopsy”, che permette di analizzare le mutazioni presenti nei frammenti di DNA rilasciato dal tumore nel sangue del paziente. Nel 2012 sono stati inoltre pubblicati risultati rilevanti l’identificazione delle cellule staminali del cancro. Queste informazioni hanno permesso, in via sperimentale, di proporre significativi miglioramenti alla radioterapia”.