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28/02/2012

Sostegno sempre più prezioso dalle 23 delegazioni piemontesi

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Incontro annuale con la presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, donna Allegra Agnelli. Hanno raccolto direttamente quasi 250 mila euro e dato un grande contributo alla sensibilizzazione della gente verso la ricerca oncologica.

Crescono i fondi raccolti dalle 23 Delegazioni della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, attive con i propri volontari nei principali centri del Piemonte. Nel 2011 la raccolta è stata pari a 245 mila euro, il 5% in più rispetto all’anno precedente. Ma la cifra fotografa solo in parte il fondamentale ruolo che svolgono i Delegati. Alle somme che derivano dalle loro attività sul territorio si devono aggiungere le risorse indirette che, grazie alla preziosa opera di promozione e sensibilizzazione verso la ricerca oncologica, vengono versate per altre vie (5 per mille, offerte fatte direttamente alla Fondazione, lasciti, ecc.) e che consentono alla Fondazione di continuare a finanziare la crescita dell’Istituto di Candiolo.

Le delegazioni sono state al centro del consueto incontro annuale che si è svolto a Candiolo. È stata l’occasione per fare il punto sulle donazioni e sui programmi scientifici, sanitari e di sviluppo edilizio. “In questo momento di gravi difficoltà economiche – ha detto la presidente della Fondazione, donna Allegra Agnelli, salutando i numerosi delegati presenti – il risultato che avete ottenuto è particolarmente importante. La vostra attività diviene sempre più preziosa in un momento in cui sono partiti i lavori per la seconda Torre della Ricerca e della Cura, un investimento di grande rilievo che richiede uno sforzo ulteriore per mantenere e, se possibile, aumentare il flusso delle risorse a favore della nostra Fondazione”.

Il Consigliere delegato, Giampiero Gabotto, ha fornito alcuni dati dei lavori di ampliamento dell’Istituto: “Si tratta di 17 mila metri quadrati che vanno ad aggiungersi ai 31 mila esistenti. La previsione di spesa è di 32 milioni di euro, cui devono però aggiungersi gli investimenti per le attrezzature. È uno dei più grandi cantieri privati aperti in questo momento in Piemonte. Gli spazi per la ricerca saranno raddoppiati con 5.500 metri quadrati in più. La maggior parte è destinata all’assistenza ospedaliera. È un impegno straordinario, che va ad aggiungersi a quanto abbiamo già fatto per l’ammodernamento delle apparecchiature dell’Istituto: 1 mese fa abbiamo acquistato una seconda Tomotherapy: siamo gli unici in Piemonte che offrono questa tecnologia. Ai pazienti vogliamo sempre dare il meglio”.

Le eccellenze dell’Istituto di Candiolo sono state ricordate anche dal direttore sanitario, il Dottor Piero Fenu: “Otto gruppi interdisciplinari, seguono il paziente in tutti gli aspetti che riguardano la sua cura. Nel 2011 sono stati eseguiti 390 interventi per tumori alla mammella, 1.500 per tumori alla pelle, 3.000 esami con la Pet e 600 colonscopie virtuali. Vi si svolgono inoltre innovativi esami clinici diagnostici come il PRO PSA per il tumore alla prostata, che si affianca al tradizionale PSA rendendo la diagnosi molto più efficace e attendibile, e un nuovo marker utile nella diagnostica del carcinoma del colon retto.

A Candiolo sono anche in corso 80 protocolli di ricerca clinica, nazionali e internazionali”. Delle novità nelle ricerca oncologica hanno parlato, i Professori Federtico Bussolino e Paolo Comoglio. Il primo ha sottolineato che la Seconda Torre della Ricerca ospiterà l’Interdisciplinary Cancer Center, dove lavoreranno fianco a fianco medici, biologici, chimici, informatici, matematici, poiché “per sconfiggere la malattia oncologica è sempre più necessario un approccio multidisciplinare”. Il Prof. Comoglio ha ricordato che la prestigiosa rivista scientifica americana “Cancer Discovery” ha dedicato la copertina allo studio dei ricercatori dell’Istituto, Livio Trusolino e Andrea Bertotti, sui tumori al colon retto resistenti alle terapie tradizionali; e che Nature ha recentemente pubblicato un altro importante lavoro, svolto a Candiolo da Federica di Nicolantonio e Alberto Badelli, che apre nuove prospettive per la cura di alcuni tipi tumori, finora resistenti a tutte le terapie convenzionali, attraverso un innovativo cocktail di farmaci.