Dona ora

23/11/2023

Il tumore del colon-retto

Link copiato

Quali sono i soggetti più a rischio?

Cristina Chiabotto: Sul Tumore Facciamo Rumore, entriamo all’Istituto di Candiolo – IRCCS e facciamo luce su domande e dubbi di tutti noi sul cancro, grazie ai medici e ai ricercatori. Oggi parleremo del tumore al colon-retto con il professore universitario della Facoltà di Medicina di Torino e coordinatore di un gruppo di ricercatori di Candiolo, il professor Livio Trusolino. La prima domanda dei nostri utenti e follower è: “Chi è più a rischio?

Professor Livio Trusolino: Alcuni tumori del colon hanno una familiarità, cioè tendono a svilupparsi con maggiore frequenza in famiglie, per cui chi ha fratelli, genitori, nonni con un tumore del colon deve sottoporsi ai controlli di prevenzione in maniera più attenta e frequente. In generale c’è il consiglio di buon senso di fare una vita sana e di evitare un’assunzione eccessiva di carni rosse che comunque contribuiscono, per lo meno in parte, ad aumentare il rischio di tumori del colon.

Cosa significa ereditario?

Cristina Chiabotto: Cosa significa ereditario?

Professor Livio Trusolino: I tumori familiari di cui parlavo prima sono tumori ereditari, nel senso che alcune mutazioni in geni che predispongono allo sviluppo del tumore vengono trasmesse dal genitore al figlio. Si tratta di mutazioni che predispongono ma non comportano l’inevitabilità dello sviluppo del tumore. Quindi, le persone con queste mutazioni devono semplicemente, come dicevo prima, fare dei controlli attenti, vivendo una vita serena e sapendo che il personale medico in qualche modo li ha attenzionati.

Il tumore del colon-retto si può prevenire?

Cristina Chiabotto: Questo tumore si può prevenire?

Professor Livio Trusolino: Il tumore del colon è un tumore che si può prevenire con la diagnosi precoce. La Regione Piemonte manda a tutti i cittadini trai 58 e i 69 anni di età, un invito a sottoporsi a una sigmoidoscopia, che è un’endoscopia del tratto distale dell’intestino. Se l’endoscopia è pulita, la persona può stare tranquilla.

Se viene riscontrato un piccolo polipo, che è una lesione precancerosa benigna, viene rimossa durante l’esame e quindi poi ci si può dimenticare del problema. Se ci sono problemi più gravi si interviene con intervento chirurgico, ma è il modo migliore per risolvere o tramite la rimozione del polipo benigno o tramite la rimozione chirurgica di un eventuale tumore, la malattia alla radice.

Quindi, invito tutti i cittadini a sottoporsi alla sigmoidoscopia nel momento in cui ricevono l’invito dalla Regione Piemonte.

Si può curare il tumore del colon-retto e quali sono le probabilità di guarigione?

Cristina Chiabotto: Professore, si può guarire da questo tumore e quali sono le cure oggi?

Professor Livio Trusolino: Dal tumore del colon si guarisce completamente nel momento in cui il tumore viene diagnosticato e rimosso nelle fasi iniziali.

Da qui l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. Si guarisce anche quando il tumore del colon inizia a infiltrare un po’ la parete dell’intestino, perché dopo l’operazione chirurgica si fa una chemioterapia che sterilizza eventuali piccoli focolai di cellule che possono essere andate in giro. Il problema diventa più complicato quando il tumore è avanzato e quando diventa metastatico.

In questo caso il nostro obiettivo, ed è il mio argomento di ricerca, è quello di cronicizzare la malattia, cioè non si guarisce dalla malattia, ma si convive con la malattia per tanto tempo e con un’ottima qualità della vita.

Ci sono cure innovative per i tumori del colon avanzati?

Cristina Chiabotto: Per i tumori del colon avanzati ci sono cure innovative?

Professor Livio Trusolino: Sì, nei tumori del colon avanzati con metastasi la probabilità di guarigione è molto bassa, la possibilità di cronicizzazione è alta. Tipicamente quello che si fa è fare qualche ciclo iniziale di chemioterapia convenzionale. Prima o poi il paziente diventa resistente e a questo punto ci sono le terapie di ultima generazione che di solito non sono date indiscriminatamente a tutti, ma sulla base delle caratteristiche molecolari del tumore.

Faccio un esempio l’8% dei pazienti con tumore del colon metastatico hanno mutazioni in un gene che si chiama RAF e in questi pazienti con mutazioni di RAF si fa una tripla terapia con tre farmaci di ultima generazione che controllano la malattia molto bene e si va avanti così, ciclo dopo ciclo, linea dopo linea.

Cosa hanno scoperto i ricercatori finora su questo tumore?

Cristina Chiabotto: Ultima domanda: i ricercatori qui a Candiolo che cosa hanno scoperto finora su questo tumore?

Professor Livio Trusolino: Mi fa molto piacere rispondere a questa domanda perché è il mio campo di ricerca. Noi ci occupiamo di due filoni fondamentalmente: come aumentare la profondità della risposta alle terapie oggi in uso in tutti quei pazienti in cui la terapia funziona così così e che cosa aggiungere per migliorarla e poi identificare nuovi bersagli e, quindi, nuovi farmaci contro questi bersagli.

Negli ultimi anni abbiamo identificato una popolazione di pazienti, cioè circa il 10/15% dei pazienti con tumori del colon metastatico che hanno un’alterazione in un gene che si chiama HER2. Abbiamo trovato la terapia giusta e queste persone hanno vissuto molto di più di quello che sarebbe successo se non avessimo somministrato queste terapie.

Cristina Chiabotto: Grazie professore. Noi ci rivediamo col prossimo appuntamento della nostra rubrica qui dall’Istituto di Candiolo – IRCCS. Grazie anche alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, parleremo nel prossimo incontro dei tumori al cavo orale. Grazie a tutti: Sul Tumore Facciamo Rumore!