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Candiolo non è un ospedale come gli altri

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Candiolo non è un ospedale come gli altri.

Maurizio Menicucci: Non è il classico ospedale oncologico e non è solo un centro di ricerca sui tumori. L’Istituto di Candiolo – IRCCS è un progetto nato nel 1986 e da allora in costante evoluzione, per essere entrambe queste cose, una moderna struttura dove la clinica e la ricerca, che dispone di 39 laboratori, dialogano di continuo tra loro, integrando numerose discipline scientifiche e spesso con tecnologie talmente avanzate da potersi definire di frontiera per offrire subito ai pazienti le terapie più innovative e personalizzate.

Il suo motore sono 500 operatori, più 275 ricercatori tra i 35 e i 40 anni. Ma il carburante di questa grande macchina sanitaria sono i donatori. Ogni anno, con le loro offerte, sostengono le attività di routine, rendono possibili nuovi obiettivi, finanziano l’acquisto di apparecchiature e l’ampliamento degli spazi. Oggi l’Istituto di Candiolo si estende per 60.000 metri quadri e quest’anno potrà avviare o completare numerose novità grazie alla rinnovata generosità dei suoi amici.

Gianmarco Sala: I donatori della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro sono i cittadini, sono le imprese, sono le istituzioni. Persone che da 37 anni accompagnano il cammino della Fondazione e che hanno reso possibile la nascita e lo sviluppo dell’Istituto di Candiolo – IRCCS. Sono persone che credono nella ricerca sul cancro e che ogni anno continuano a destinare risorse importanti per far sì che l’Istituto possa progredire nel suo cammino.

Com’è andato il 2022?

Maurizio Menicucci: Com’è andato il 2022?

Gianmarco Sala: Nonostante le diverse crisi, è stato un anno molto positivo per l’Istituto di Candiolo perché i donatori hanno risposto con un sostegno importante. In particolare, noi abbiamo potuto mettere a disposizione delle attività di cura e di ricerca sul cancro dell’Istituto di Candiolo oltre 26 milioni di euro, quindi una cifra importantissima e questo conferma il grande legame che c’è con la comunità dei nostri sostenitori che anche in momenti difficili come quelli che stiamo attraversando, continua a scegliere di sostenere l’Istituto di Candiolo.

Come viene ripartito ogni euro che ricevete in donazione?

Maurizio Menicucci: Come viene ripartito ogni euro che ricevete in donazione?

Gianmarco Sala: Per ogni euro donato la Fondazione investe quasi 0,90€ nelle attività di cura e di ricerca sul cancro. Questo significa aver potuto realizzare un Hospice, l’Hospice Monviso, che significa garantire un tratto di cura essenziale per i pazienti oncologici.

Ha permesso, naturalmente, di fare un grandissimo investimento sulla prima Tomotherapy che abbiamo portato in Istituto a Candiolo; di continuare i lavori del primo lotto con la centrale tecnologica con Recycle Lab e con Oncolab e poi di realizzare un laboratorio di ematologia traslazionale in cui abbiamo permesso a dei cervelli di ritorno, ricercatori italiani che ormai erano impegnati all’estero, di tornare a fare ricerca in Italia.

Nel 2023 nuove crisi si sono aggiunte a quelle già esistenti. Questo come si è riflesso nelle donazioni?

Maurizio Menicucci: Nel 2023 nuove crisi si sono aggiunte a quelle già esistenti. Questo come si è riflesso nelle donazioni?

Gianmarco Sala: Le donazioni non sono calate, anzi, per certi aspetti sono cresciute grazie a una presenza capillare della Fondazione sul territorio, attraverso il legame con alcune iniziative principali che su questo territorio, per esempio, si sono svolte.

Penso alle ATP Finals che ci hanno visti protagonisti insieme al gruppo Intesa San Paolo, con un progetto per la ricerca per raccogliere fondi per l’Istituto di Candiolo e, dunque, questo ci ha permesso di garantire nuove risorse per l’Istituto di Candiolo nonostante le difficoltà esistenti.

Cosa porterà il 2024?

Maurizio Menicucci: Che cosa porterà il 2024?

Gianmarco Sala: Siamo pronti a chiudere il primo lotto dei lavori, quindi a mettere a disposizione in particolare 3000 metri quadri di nuovi laboratori per i nostri ricercatori. Poi, nei primi tre mesi, arriverà una seconda Tomotherapy per un investimento di quasi 3 milioni mezzo di euro, che si affiancherà a una prima già arrivata in Istituto.

Una nuova PET, e poi nuovi investimenti naturalmente, sulla parte di ricerca e sul capitale umano che rappresenta l’elemento fondamentale. Chi lavora a Candiolo ha una grandissima competenza, una grandissima esperienza e un grandissimo valore umano a cui noi non possiamo rinunciare.

Progetti per il futuro e ambizioni di Candiolo?

Maurizio Menicucci: Progetti per il futuro e ambizioni di Candiolo?

Gianmarco Sala: Rendere il cancro una malattia sempre più curabile e sconfiggerla. Tanto è stato fatto, ma noi abbiamo questa ambizione, vogliamo dare il nostro contributo dai nostri laboratori in dialogo e in competizione naturalmente con altri centri di ricerca che sono a Boston, a New York, a Tokyo e abbiamo questa ambizione di farlo qui da Candiolo attraverso i nostri sostenitori.